Stefano Rossi, Direttore Operativo REBUILD, Centro di Cooperazione Internazionale

Il concetto e le pratiche all’interno della cooperazione internazionale allo sviluppo sono legati a progetti e attività a medio e breve termine. In questo quadro, gli attori della cooperazione internazionale allo sviluppo dovrebbero lavorare per l’attivazione di processi che possono durare oltre il progetto. L’approccio di REBUILD si basa su questa consapevolezza e cerca di creare consenso sulla via del benessere per le persone che vivono nei nostri territori.

Benchè “sviluppo” sia un termine universalmente compreso, manca una definizione chiara. Lo sviluppo riguarda allo stesso tempo le persone e gli stati, le opportunità e i risultati, la produttività e la sostenibilità, gli (s)equilibri di potere e le libertà che conferiscono autonomia e le istituzioni che impongono regole. Non esiste una chiara definizione delle priorità e una sequenza di interventi che devono essere intrapresi da attori esterni o un semplice processo per monitorare i progressi.

Lo sviluppo affronta varie sfide a livello sociale, economico e ambientale come il deterioramento dell’ambiente, la precarietà del lavoro, l’espansione incontrollata delle città, la crisi delle istituzioni democratiche, il rifiuto dei sistemi di valori sociali da parte di un numero crescente di persone, gli squilibri economici e finanziari. Tali questioni hanno tre caratteristiche in comune: l’impatto a livello globale, la complessità, e il fatto di essere interconnesse, il che rende impossibile affrontarli separatamente. Nemmeno gli Stati più grandi e più forti sono in grado di affrontare efficacemente questi problemi da soli. Tanto meno gli enti locali, come i comuni. Gli effetti di queste dinamiche globali sono visibili a livello locale e richiedono un’azione ben coordinata e una prospettiva a lungo termine che va oltre i confini del progetto.

Il progetto REBUILD si inserisce in questa maglia di relazioni e cerca di dare il proprio contributo in 12 territori intorno al Mediterraneo: 10 città libiche e 2 autorità locali europee. Con questo contributo, l’Unità di Gestione del Progetto REBUILD di Trento (Project Management Unit) esprime la consapevolezza che il progetto rappresenta un piccolo contributo all’interno di processi complessi che richiedono l’azione di molti attori e una prospettiva temporale di lungo periodo. Per questo il nostro approccio è stato quello di realizzare le attività previste dal progetto con un occhio alle dinamiche più ampie e complesse, per quanto ci è possibile. Cioè in dialogo con alcuni degli attori dei territori in cui operiamo. Alcuni processi sono stati messi in moto in questo primo anno e mezzo di realizzazione del progetto: struttura e attività di formazione sono attivati, la comunità di pratica di REBUILD sono stati istituiti presso gli enti locali a livello politico (sindaci) e tecnico (responsabili di progetto e addetti stampa) nonché all’interno delle università (responsabili di progetto e assistenti); la definizione di strumenti comuni di azione e di comunicazione, una connessione con il livello nazionale (Consiglio Supremo per l’Amministrazione Locale) in termini di formazione, una concezione comune di come può essere lo sviluppo locale.

E contiamo di consolidarle e migliorarle nei prossimi due anni e mezzo.