Dr. Taha Muhammad Wali, Responsabile del progetto REBUILD per l’università Asmaria

Quello a cui abbiamo assistito sugli effetti devastanti provocati dall’uragano Daniel sulle città della Libia orientale, in particolare l’impatto dell’alluvione di Wadi Derna sulla città, il ruolo delle squadre di soccorso e dei comitati di crisi, e la gestione da parte delle autorità ufficiali della terribile portata dell’uragano, è un disastro che è andato oltre alle capacità e competenze locali. Ci porta a riflettere su come pianificare in futuro gli sviluppi delle emergenze di cui la Libia e il mondo in generale e le municipalità in particolare sono testimoni nel campo della gestione dei disastri e delle crisi, soprattutto quelle naturali.

Libia: sebbene esistano alcune leggi e regolamenti riguardanti la gestione delle emergenze e delle crisi, soprattutto nel campo dell’amministrazione locale, nella pratica mancano meccanismi e procedure concrete per implementarli e svilupparne alcuni.

Pertanto, ilprimo dei passi che dovranno essere compiuti in futuro per affrontare i disastri naturali è quello di sviluppare un piano di risposta ai disastri che preveda molteplici rischi (con l’aggiunta dei nuovi rischi derivanti dal cambiamento climatico, dalla crescita delle città informali, ecc.) nella municipalità e a livello del piano nazionale generale.

Ilsecondoè quello di istituire centri permanenti per le operazioni di emergenza nelle municipalità, sotto la supervisione del sindaco e dotati di capacità umane e materiali.

Terzo, l’istituzione di un comitato speciale per le catastrofi naturali con una nuova struttura nelle municipalità, collegata ai centri operativi di emergenza locali.

Quarto, la ricostruzione post-disastro si basa su una pianificazione geografica urbana che tenga conto della riduzione del rischio di catastrofe.

Quinto, sviluppare programmi di formazione sulla gestione delle catastrofi per formare dipendenti, volontari e organizzazioni non governative, con l’onere di fissare date annuali per la formazione sugli scenari di catastrofe anche in assenza di una vera emergenza. I programmi di formazione più importanti sono: esperienze di simulazione basate su scenari progettati per dimostrare e valutare la capacità dell’organizzazione di rispondere alle emergenze, nonché formazione su come pianificare nelle emergenze e disastri (numeri, analisi, sviluppo del piano, implementazione, revisione) e infine formazione sulle competenze di base di risposta alle catastrofi, come la sicurezza antincendio e la ricerca di… Operazioni di base, di salvataggio, di organizzazione di squadre, mediche e di soccorso, in caso di calamità.