Video messaggio di Giovanni Gardelli

Alsalam Alaikum! Saluto tutti gli amici e le amiche libiche che ho avuto la fortuna di conoscere in questi due anni di lavoro e sono molto contento di rivedervi seppur solo in video.

Siamo qui a parlare della nostra esperienza, di quello che abbiamo costruito quest’anno, in particolare delle relazioni che sono nate durante la nostra Summer School che si è svolta in Trentino a luglio 2022.

Abbiamo provato ad approfondire i rapporti tra le amministrazioni pubbliche locali e i cittadini, per costruire un nuovo percorso che noi chiamiamo di ‘governance’ per dirla come gli inglesi, ma per dirla come noi italiani di “democrazia partecipativa”. Come abbiamo più volte avuto modo di sottolineare, non si tratta di un percorso fine a se stesso, ma si tratta di cercare insieme un modello di sviluppo,che sia al passo coi tempi, che sia vivere il presente orientato al futuro, che è il modo migliore di onorare il nostro passato. E’ importante il vostro passato, amici libici, così come è importante quello che abbiamo vissuto noi trentini. Come ormai abbiamo avuto occasione di discutere insieme, tutti i nostri due popoli sono caratterizzati da un forte senso di comunità.

Una comunità che vuole relazionarsi e vuole crescere. E quindi ci siamo posti la domanda: come far sì che questa comunità lavori insieme alle istituzioni? Come renderla partecipe delle scelte dei decisori politici per trovare una concretizzazione diretta nell’attività di tutti i giorni?

Per questo abbiamo provato ad analizzare insieme alcune esperienze e alcune tecniche. Sono delle tecniche che sono nate in primis nei paesi del Sudamerica, molto più sensibili alla partecipazione dei cittadini alla vita istituzionale, ma sono state portate poi anche a livello europeo con il percorso che siamo portati a definire “il ritorno delle tre caravelle”.

Ho parlato di tecniche. Non dobbiamo pensare che la partecipazione dei nostri cittadini, dei nostri portatori di interesse, di quelli che gli inglesi definiscono stakeholder, sia un percorso empatico, privo di regole e di procedure. E’ necessario organizzarsi ed organizzare i nostri portatori di interesse alla partecipazione delle decisioni pubbliche. Dobbiamo usare dei metodi, che abbiamo visto insieme, che consentano di analizzare gli elementi fondamentali, porli all’attenzione dei nostri portatori di interesse e innescare una discussione per trovare una prospettiva comune alla soluzione del problema.

Ma è evidente che questa soluzione in comune poi dovrà trovare la decisione finale e fondamentale del decisore politico. Non pensiamo che questi sistemi siano dei sistemi che sostituiscono le decisioni di chi è stato votato per raggiungere questo obiettivo. Parliamo di democrazia partecipativa, e non parliamo di democrazia diretta.

E quindi per evitare le grandi conflittualità sulle grandi opere, per individuare i percorsi in cui innestare lo sviluppo di un determinato territorio, per condividere i servizi pubblici, utilizziamo la tecnica: utilizziamo queste organizzazioni, utilizziamo questi strumenti che ormai anche in Italia e in Europa sono stati più volte sperimentati.

Abbiamo fatto questo esercizio con i colleghi della Summer School: dopo aver visitato esperienze trentine e conosciuto esperienze di governo locale, analizzando quali attori coinvolgere, con che modalità, con quali strumenti organizzativi. Sono dei percorsi lunghi, ma sono dei percorsi che sicuramente potranno dare grandi risultati.

Non vedo l’ora di venire a trovarvi in Libia. Sono molto contento di essere stato qui con voi anche oggi. Ciao a tutti!

Giovanni Gardelli